Patrizio Fadda era ben noto, in quanto ritenuto appartenente a una baby gang e accusato di violenze su studentesse di Cagliari
La storia, già inquietante, nelle ultime ore lo è diventata ancora di più.
Perché Patrizio Fadda, 26 anni, il giovane fermato dalla Mobile di Como in quanto sospettato di essere l’autore di quattro violenze tra tentate e compiute, era già stato condannato di recente a Cagliari a sei anni e otto mesi proprio per violenza sessuale. Nell’Isola, i giornalisti lo avevano addirittura denominato il “maniaco degli androni”, in quanto ritenuto essere il responsabile delle aggressioni ai danni di tre studentesse che rientravano a casa dopo aver assistito alle lezioni.
Scene e modalità di agire che ricordano molto quanto avvenuto in queste settimane a Como dove il giovane (nato a San Gavino Monreale nel 1985) senza nascondersi minimamente aveva candidamente annunciato di essersi trasferito per cercare lavoro. Ora, tra la sentenza di condanna in primo grado, rimediata da Fadda in Sardegna, e la sentenza passata in giudicato, c’è una enorme differenza. Rimane comunque il fatto che il 26enne era quantomeno ben noto per i suoi precedenti specifici. Allora, a inchiodarlo, fu un bottone di un suo paio di pantaloni ritrovato sul posto di un’aggressione.
Le studentesse vittime delle violenze l’avevano comunque riconosciuto ma secondo gli inquirenti quel passaggio – seppur importante – non era sufficiente per arrestarlo. La condanna arrivò comunque in aula, nel 2009: sei anni e otto mesi dopo che il pubblico ministero aveva chiesto una pena inferiore di otto mesi. Ma non è tutto, perché lo stesso 26enne, nel 2004, era stato condannato pure in quanto ritenuto essere il capo di una baby gang a Monte Claro, quartiere di Cagliari. Anche in questo caso i racconti agghiaccianti non mancarono, con una ragazza 16enne che disse di essere stata avvicinata dalla banda guidata da Fadda mentre passeggiava con il suo ragazzo in un parco, di essere poi stata circondata e violentata mentre il fidanzato veniva picchiato dal resto del gruppo. Anche per quelle aggressioni, il 26enne fermato in queste ore a Como è già stato giudicato.
La parentesi sarda si chiude qui. Di Fadda si perdono le tracce, o almeno le notizie.
C’è una pagina a suo nome su Facebook, ci sono le amicizie (oltre cento), poi di lui si torna a parlare grazie ad un annuncio pubblicato su un sito Internet in cui il ragazzo dice di cercare lavoro a Como «con urgenza» come «barista, lavapiatti, cameriere, giardiniere».
«Ho molta voglia di lavorare – scrive ancora – apprendo subito, sono puntuale e serio».
Il messaggio è di novembre. E di novembre è anche la prima violenza denunciata da una donna a Como cui ne seguiranno altre tre nel breve volgere di poco più di due mesi.
Una storia davvero incredibile cui ora gli inquirenti di Como saranno chiamati ad aggiungere un nuovo capitolo.

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